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la frase;
« Marescia’, io nun so’ ‘n boia e se moro, moro. Ma si nun moro, me devi promette che c’annamo insieme a sventrarli, quelli... » (Piero Mazzarelli rivolgendosi a Palmieri)

Titolo originale Il grande racket
Paese Italia
Anno 1976
Durata 110 min
Colore Colore
Audio sonoro
Genere poliziottesco
Regia Enzo G. Castellari
Soggetto Massimo De Rita, Dino Maiuri
Sceneggiatura Enzo G. Castellari, Massimo De Rita, Dino Maiuri
Casa di produzione Cinemaster
Distribuzione (Italia) Titanus
Fotografia Marcello Masciocchi
Montaggio Gianfranco Amicucci
Musiche Maurizio De Angelis, Guido De Angelis



Cast:
Fabio Testi: ispettore Nico Palmieri
Vincent Gardenia: Pepe
Renzo Palmer: Luigi Giulti
Orso Maria Guerrini: Gianni Rossetti
Glauco Onorato: Piero Mazzarelli
Marcella Michelangeli: Marcy
Romano Puppo: Doringo
Antonio Marsina: procuratore Giovanni Giuni
Salvatore Borghese: sergente Salvatore Velasci
Joshua Sinclair: Rudy, il marsigliese
Daniele Dublino: commissario
Anna Zinnemann: Anna Rossetti
Edy Biagetti: capo della Polizia
Salvatore Billa: Fabrizi
Giovanni Bonadonna: Cuomo



L'ispettore Nico Palmieri indaga contro l'organizzazione criminale che esercita il suo controllo sulla città di Roma perpetuando il racket delle estorsioni ai titolari di imprese commerciali. L'organizzazione è guidata da Rudy il Marsigliese, a cui fanno capo un gruppo di criminali feroci e vendicativi. I metodi violenti d'indagine di Palmieri, tuttavia, non sono accettati dai vertici della Polizia e, quando egli viene estromesso dall'incarico, decide di organizzare una rappresaglia armata assieme ad un gruppo di vittime della gang del Marsigliese. Organizzano un agguato in occasione di un meeting della mala internazionale in una fabbrica di periferia di Roma, scoprendo che anche vertici della società apparentemente pulita erano coinvolti nell'organizzazione criminale.

È considerato uno dei migliori lavori del regista Enzo G. Castellari assieme a Quel maledetto treno blindato. Il regista, inoltre, non ha mai svelato come ha girato, probabilmente senza ricorrere ad effetti speciali, la scena in cui l'automobile con dentro Fabio Testi precipita da un burrone.















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