Titolo originale: Duck Butter
Paese: USA
Anno: 2018
Durata: 93 minuti
Genere: Commedia




Sceneggiatura: Miguel Arteta, Alia Shawkat
Fotografia: Hillary Spera
Montaggio: Christopher Donlon
Musiche: Kaitlyn Aurelia Smith
Scenografia: Angel Herrera
Costumi: Lindsay Monahan
Trucco: Sasha Borax, Stacy Schneiderman
Effetti speciali: Jessica Clarke, Andrew Dale
Produttore: Mel Eslyn, Natalie Qasabian, Skyla Swafford
Produzione: Duplass Brothers Productions
Distribuzione: Netflix
Data di uscita: 1/5/2018









Due donne, sfinite da relazioni disoneste e bruscamente finite, stringono un patto per trascorrere ininterrottamente 24 ore insieme, sesso compreso. Il loro esperimento romantico dovrebbe provvedere a regalare loro una nuova forma di intimità ma niente andrà come previsto.







Il film di Arteta, se non altro, è una voce orgogliosamente non diluita nel mondo sottopopolato del film lesbico che, insieme a "Disobedience" di Sebastian Lelio, alla romanzata letteraria "Vita e Virginia", e al successo nel Sundance di Desiree Akhavan con "The Miseducation of Cameron Post" fa dell 2018 un anno boom.
Duck Butter è un film che risulta difficile da affrontare, nonostante il suo tema inebriante sia una intensa storia d'amore.E un film da "camera" che si svolge nella casa di prorpietà di Sergio (Laia) con solo i due protagonisti sullo schermo.
Costa, il cui sorprendente volto ha dominato il thriller tecnicamente audace del 2015, Victoria, è una presenza avvincente, ma il suo personaggio è così esaurientemente esagerato che è difficile capire perché qualcuno vedrebbe l'attrattiva di trascorrere 24 ore con lei. Il trucco di una coppia che cerca di condensare una relazione in un giorno è intrigante, e parla di un paesaggio di appuntamenti dominato da persone facilmente distratte e romanticamente incerte, ma diventa incredibilmente difficile preoccuparsi sinceramente dei micro-drammi che la coppia incontra . Guardare un paio di litigi sulle specifiche della loro relazione può essere illuminante quando fatto bene, ma qui diventa un lavoro ingrato, i problemi maggiori che incontrano stanno nel sentirsi "inventati" e "sciocchi". Dopo la loro apparentemente infinita giornata insieme, difficilmente potranno sentirsi interessati a quello che potrebbe accadere in seguito, ciò nonostante le prestazioni impegnate di Shawkat e Costa.
È audace - e non dovrebbe proprio essere nel 2018 - vedere un film così comodamente privo di censura nel suo ritratto del sesso lesbico e del corpo femminile, e c'è qualcosa di poco affascinante nel modo in cui viene girato, senza mai entrare nel territorio di fantasia maschile. Ma c'è così tanto, così tanto sesso che alla fine ha un effetto paralizzante, quasi un passaggio attraverso la serie rotica, romantica, drammatica "Fifty Shades".
A Duck Butter sta decisamente mancando la raffinata caratterizzazione di uno sceneggiatore come Mike White.
Si spera che si ritrovino presto l'un l'altro, insieme riescono a completare le rispettive "lacune".



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